Vista di del mare di Meledugno

TAP – Tra Baku e Meledugno


TAP – Tra Baku e Meledugno

“Città cosmopolita, in continuo cambiamento, Baku possiede la particolarità di essere ancora radicata al suo passato sovietico ma con tanta voglia di proiettarsi in un futuro moderno. Ecco allora che accanto all’affascinante Città Vecchia dichiarata Patrimonio Unesco si affiancano i numerosi interventi di riqualificazione come le vie pedonali particolarmente curate ricche di sale da tè e pub, pronte ad accogliere i numerosi stranieri che qui risiedono, e i numerosi edifici moderni che ne caratterizzano il panorama.”  (cit. turismo.it). 

Baku inquinata - NO TAP
Vista della periferia di Baku

Un paio di ciuffoli. È tra le 20 città più inquinate del mondo. La periferia di Baku, e tutto il territorio prospicente il Mar Caspio, sono stati trasformati in brevissimo tempo dalle attività estrattive e di raffinazione in un vero e proprio letamaio. E magari fosse cacca. C’è tutto quello che occhio umano non vuole vedere. Infatti lo tengono ben nascosto agli occhi dei turisti e degli stessi affaristi che hanno reso quel territorio così e che sanno ma non voglio vedere più di tanto. Per rimorso? No! Perchè gli fa schifo. A tutti fa schifo vedere bambini che giocano nella feccia delle industrie. Solo che una persona con un briciolo di coscienza si schifa dell’umanità in quanto responsabile di tutto questo. Un affarista si schifa e basta senza chiedersi perché.

Baku, per quel poco che intuisco, doveva essere un bel posto. Il nome significa “monte di Dio”. Vi pare che la

Vista della vetrina Baku

Vista della capitale Baku

chiamavano così se fosse stata tipo Tor Tristezzi. Solitamente gli archeologi trovano insediamenti di ville e palazzi reali in luoghi naturalisticamente meravigliosi. Per una semplice ragione: se sono ricco cercherò il posto più bello dove costruire la mia villa. Nessuno infatti ha mai trovato resti di ville romane a Montecupecchia. Ora nelle periferie di Baku si può godere di un fantastico paesaggio “a-zero”. Una zozza tabula rasa.

La frenesia dell’estrazione trasforma e distrugge tutto. La voracità con cui consumiamo i combustibili fossili ci ha fatto entrare il petrolio nelle sangue e il metano nelle viscere. Di quest’ultimo qualcuno ne ha più degli altri.

Vista di del mare di Meledugno

Il mare di Meledugno

Ma perché sto scrivendo tutto questo? Perchè a Baku, appunto, è stato deciso l’avvenire di una bella parte bella della Puglia. Non lo dite, Vi prego. Non dite che l’Italia è tutta bella. Mi turba quasi come l’esclamazione: «è tutto un magna magna». L’Italia fa schifo! Dovunque cachiamo non puliamo mai. L’abbiamo ridotta un cesso, un vero cesso. Se c’è qualcuno che vuole tenere pulito o passare il mocio viene subito etichettato come un troglodita o uno che non ha capito. A queste cose bisogna crederci per fede al Dio petrolio! Probabilmente la stessa fede che ha trasformato Brindisi, Taranto, Manfredonia, l’intera Basilicata e l’elenco potrebbe estendesi a tutto il mondo.

Il TAP va fermato e basta! Senza dati, cifre e giustificazioni tanto la controparte non le porta mai. Voglio andare a piedi per il resto dei miei giorni, non in bici perché i copertoni sono di petrolio, non con le scarpe perché le suole sono di petrolio, non col treno perché per farlo andare ci vuole il petrolio.

Basta!

Mi sto deprimendo.

Vado a farmi una passeggiata con il mio SUV.

Stefano Teatri della Viscosa

LINK UTILI

Baku – Elogio dell’energia vagabonda di Sylvain Tesson

Comitato NO TAP

I giochi di Baku e il lato oscuro dell’Europa