Note per un teatro Attivo #4_La razionale essenza dell’arte.


Bobby Sands , street art , Milano 2005 ph Alheia Vida

L’arte è propria di chi va alla ricerca di spazi altri,  molteplici, oltre la mera materialità delle cose. L’arte viaggia negli oceani dell’animo umano, affrontando anche i suoi abissi, per far emergere e mostrarci quello che ha trovato. L’arte gioca sull’indicibile, sul cinico svelamento delle paure, gioca con i nostri silenzi e ancora con la voglia di essere accompagnati nel labirinto delle emozioni, a volte nascoste, isteriche, pericolose. L’arte rielabora e restituisce in diversi modi, spesso immaginifici, la realtà, perché si possano avere diverse chiavi di lettura della stessa.

Sembra irrazionale tutto questo? E’ irrazionale andare alla ricerca delle emozioni? E’ irrazionale trovare una catarsi nell’abominio delle nefandezze umane che la storia ci ha tramandato? E’ irrazionale far emergere dal passato esperienze che ci portano a misurarci con le nostre potenzialità? Magari con un bella risata? E’ irrazionale utilizzare miti e tabù senza fili logici ma, come in una tempesta, lasciarci trasportare dalle correnti per vedere dove andremo?

La risposta a tutte queste domande per una società, dove al vertice della piramide c’è mercato, finanza ed economia è: sì, tutto questo è irrazionale, perché non c’è uno scopo. Tuttavia, mi dico, uno scopo c’è sempre, semplicemente a volte sono nascosti, negati e rifiutati. Gli scopi dell’arte sono molteplici più o meno utilitaristici. Spaziano dal guadagno del cibo alla scoperta di una differente dimensione umana, per questo è difficile catalogare l’arte ed ogni tentativo è semplicemente una riduzione della stessa.

L’irrazionalità poi, spesso è accompagnata dall’idea della pazzia, perché a volte, dagli abissi, non si torna in superficie.

Eppure. Per me folle è farsi sfruttare senza dire nulla, folli sono gli ormai istituzionalizzati sindacati che firmano contratti offensivi per la dignità umana, è irrazionale deturpare il mondo con fabbriche inquinanti, senza la capacità di immaginare che ci sia un domani; irrazionale e folle è accettare di non aver tempo per chi si ama, irrazionale è obbligare qualcuno a restare in vita, è accumulare pensando solo al proprio benessere.

Irrazionale è pensarsi al centro dell’universo e della storia, senza ampliare gli orizzonti infiniti del tempo e dello spazio. Irrazionale è dare solo una risposta ad uno scopo invece di immaginare diverse vie per arrivarci. Irrazionale è decidere che un corpo va bene e l’altro no, irrazionale è ridurre tutto in categorie assolute, irrazionale e folle è creare le illusioni di una vita eterna.

Irrazionale è perseguire il proprio ragionamento logico fino alle estreme conseguenze, fino ad uccidere chi ti sta davanti. Irrazionale è pensare alla proprietà come unico valore assoluto di ricchezza.

Irrazionale e illogico è stabilire dei requisiti per misurare il tuo diritto a vivere o morire.

Tutto questo è irrazionale.

L’arte è razionale perché risponde alla realtà della differenza, alla realtà della mutevolezza dei rapporti umani e indaga il rapporto con il mondo. L’arte cavalca la nostra follia e ce la mostra, ci racconta favole, tragedie e commedie per ristabilire un contatto interiore che si ramifica verso l’eternità dello spazio infinito. L’arte è razionale perché guarda in faccia ai mostri nascosti dietro le maschere tutte uguali, l’arte è razionale perché si basa sul togliere il velo dagli occhi per poter contemplare l’essenza della realtà.

Per questo l’arte, nelle sue declinazioni, individuali o collettive, rituali o irrituali, potrebbe essere il seme di quell’armonia che tanto bramiamo ma di cui ancora non accettiamo il lato oscuro.